RASSEGNA STAMPA

Unità delle Regioni per tornare alla normalità

26.02.2020

Intervista rilasciata a Angelo Picariello, pubblicata su Avvenire

Ora bisogna tornare alla normalità in tutte le regioni non toccate dal focolaio. Per questo come governo impugneremo la decisione delle Marche di tener chiuse le scuole fino al 4 marzo, contravvenendo al decreto del governo e a un impegno preso da tutte le Regioni», dice Francesco Boccia anticipando la decisione che poi è stata presa dal Cdm. Altri sono i governatori in emergenza.

«Con Fontana ci sono state delle incomprensioni, ma sono state superate. Bisogna anche capirlo, è sotto pressione da giorni», è la mano tesa del ministro dei n degli Affari regionali. A lui e a Luca Zaia.

«Le due Regioni da sole hanno circa 250 contagiati, ma è importante la loro collaborazione, che avevo già sperimentato sull`autonomia, e che ora ha portato anche all`annuncio della Lega del voto favorevole al decreto. Bisogna ringraziare i partiti di opposizione, se può arrivare velocemente in aula per l`approvazione».

Ora, per Boccia, «isolate le aree ci vuole un rapido ritorno alla n °mi alità».

Anche se «i tempi dovranno deciderli Speranza e l`Oms, che stanno facendo un gran lavoro. L`Italia è un grande paese, non possiamo fermarlo con allarmi ingiustificati».

Bilancio positivo, alla fine, quindi? «La giornata di oggi è stata importante. Il provvedimento che abbiamo deciso stabilisce un coordinamento frutto della leale collaborazione e della fiducia ritrovata fra tutti i livelli istituzionali».

Che cosa era accaduto con Fontana, al punto di lasciare il collegamento in teleconferenza? È comprensibile, quando ci sono competenze diversificate sulla stessa materia. Ma il risultato finale è importante. Soprattutto la disponibilità venuta dall’Anci: di fatto i sindaci accettano questa ordinanza unica varata dal ministro Speranza in collaborazione con l’Oms e rinunciano al potere di ordinanza conferito loro dall’articolo 50 del testo unico degli enti locali in caso di emergenze sanitarie.

Che orientamento avete preso? Lo spirito della nostra decisione punta a restringere gli interventi verso le zone cluster ossia dei focolai, tenendo fuori quelle in cui non vi sono contagiati o, se vi sono, sono riconducibili a collegamenti con le aree sotto osservazione. Oltre al Lodigiano ci sono altri due cluster localizzati nella campagna del Padovano e nel Piacentino, ma in questo secondo caso comunque riconducibile anch’esso a collegamenti con la vicina area del Lodigiano. Stiamo dando l’idea di un Paese serio che non nasconde la realtà dei fatti ai cittadini. Ma è importante ora che le Regioni abbiano accettato anche loro quest’ordinanza, che determina un comportamento unico interrompendo la cosa folle al contagiato che era scattata. Allo stesso modo credo sia stato discutibile chiudere unilateralmente alcune università al Nord, e infatti il ministro Manfredi è intervenuto per chiedere di riaprire tutte le università, come tutti gli uffici pubblici, le scuole, le attività sportive in tutte le aree non coinvolte.

Non è esagerato anche interrompere le funzioni religiose, in zone così estese? Penso che nelle aree fuori dai cluster non abbia alcun senso tener chiuse le Chiese. Con il Papa abbiamo partecipato a una bellissima celebrazione a Bari. Fosse stato per i catastrofisti avremmo dovuto sospendere pure quella. Scienza e fede mi pare che portino entrambe ad avere maggiore fiducia.

Col senno di poi la chiusura dei voli non può essere stata controproducente, avendo allentato i controlli sui rientri degli italiani? Sono sempre stato convinto, come ci dicono anche i medici, che il problema non viene dai cinesi, ma dai tanti italiani che vanno e vengono abitualmente dalle aree del contagio. A Wuhan ci sono 45mila italiani che lavorano abitualmente. Aver chiuso i voli ha intanto interrotto questo pericoloso viavai.

Ma avranno usato altri scali per rientrare... I controlli sono proseguiti. Se ne fanno 50mila al giorno solo a Fiumicino.

Potrebbe essere il giorno della svolta, con i numeri un po` frenati e il coordinamento avviato? Si tratta di un virus che non conoscevamo, che crea gravi problemi a chi presenta altre problematiche, ma non è letale. Le misure estreme adottate erano necessarie e funzionali per ottenere il risultato di fotografare la situazione. Ora la nostra speranza è che i focolai siano stati individuati: si deve quindi immediatamente tornare alla vita normale in tutte le altre aree.

C’è un’idea della possibile fine dell’emergenza? Non si può dirlo ancora. Il decreto che abbiamo sottoposto alle opposizioni è un provvedimento "a fisarmonica". Prevede un orizzonte al primo marzo, e ora sarà il ministro Speranza, insieme agli scienziati che lo assistono, a dettare i tempi, e a farci sapere se i provvedimenti dovranno essere prolungati o meno.

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