RASSEGNA STAMPA

I grillini sono schierati da sempre contro i giornali in nome del "sacro blog"

06.07.2018

Intervista rilasciata a Michele De Feudis, pubblicata su La Gazzetta del Mezzogiorno

Onorevole Francesco Boccia, cosa emerge dalle posizioni del sottosegretario Vito Crimi su pubblicità legale ed editoria?
«Nulla di liberale. Crimi a sostegno della sua linea ha parlato di semplificazione e taglio di spese... In realtà vedo solo un aumento dell’opacità delle gare. Chi va a leggere la Gazzetta ufficiale per acquistare una abitazione, un terreno o una azienda?».

Che effetti avrebbe un provvedimento legislativo in linea con le idee di Crimi?
«Aiuterebbe la rete ma ammazzerebbe i giornali. Centinaia e centinaia di giornalisti diverrebbero disoccupati, mentre chi fa informazione va protetto perché garantisce il pluralismo».

C’è una visione dietro questo grilliamo?
«Crimi non ha idea di come rapportarsi con questo settore industriale: è per lo sciame digitale. Il M5S si illude di avere la chiave della democrazia al tempo del digitale, ma è fuori strada. Senza regole certe e senza la difesa della libertà di stampa, corriamo il rischio di essere soltanto figuranti. Potrebbe capitare presto anche a Crimi e Grillo... La sintonia con il mondo delle reti digitali era uno degli elementi in comune tra Matteo Renzi e i pentastellati, una sintonia che abbiamo bloccato in parlamento».

Bandi e aste giudiziarie che pubblicità richiedono?
«La massima visibilità possibile. E per questo è necessaria la pubblicazione degli avvisi attraverso l’editoriaufficiale, sia su carta stampata o web, e non con la finta editoria. Il «blog delle stelle» o le pagine Facebook di Paolo Rossi o Google non sono editoria ufficiale».

Onorevole, non crede nella la democrazia digitale come 5S?
«Rilevo la totale subalternità culturale - e spero non anche economica - dei grillini rispetto al potere di chi fa business con la rete. le dichiarazioni di Crimi sembrano animate da una forte ansia di rivincita verso la stampa. Per questo mi batterò in difesa dell’editoria tradizionale contro chi vuole chiudere la bocca a persone libere in nome del "sacro blog"».

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