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I colossi del web sono ricchi nel mondo e poveri in Italia? Da noi sono solo evasori!

07.09.2017

Stop con la farsa della "non stabile organizzazione"

"Non basta sgranare gli occhi quando si legge che le multinazionali del web fanno profitti miliardari nel mondo ma le tasse che pagano nel nostro Paese sono inferiori a quelle di un commerciante di provincia. Chi fa politica e non interviene è corresponsabile di questa voragine che danneggia i Paesi e i contribuenti onesti. Serve immediatamente ridefinire una volta per tutte in Europa l'intelaiatura fiscale al tempo del digitale. Basta con la farsa della ‘non stabile organizzazione’ per giustificare la continua elusione fiscale dei giganti del web.

Il Parlamento italiano aveva affrontato il cuore del problema nel 2013 ma poi è mancato il coraggio di fare in Europa gli apripista per regolare una rivoluzione che oggi è sotto gli occhi di tutti. Dal 2017 abbiamo fatto il primo passo con la webtax transitoria, ma non basta. Finora hanno pagato le multinazionali che hanno subìto inchieste e indagini, fatte con grande professionalità, dalla Gdf e coordinate dalla Procura di Milano e dall'agenzia delle Entrate. Non possiamo pensare però che il gettito fiscale possa derivare dal numero di inchieste.

Serve un'Italia coraggiosa in un'Europa debole e condizionata dalle lobbies, serve intervenire sulle imposte indirette in modo da far pagare ai colossi del web il giusto carico fiscale nei paesi in cui fanno profitti. Oggi, con ritardo, Francia e Germania si stanno allineando alla nostra stessa posizione. Mi auguro si possa trovare al più presto una soluzione definitiva per mettere la parola fine a questa insopportabile e intollerabile evasione fiscale permanente". Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, autore della norma italiana sulla webtax interviene da Bari nel dibattito sulla tassazione dei giganti del web.

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