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Pubblicità sui giochi? O si limitano tutti o si altera il mercato

12.12.2015

La rete sempre più prateria e luogo di business senza regole

“In commissione Bilancio è stata appena approvata una stretta sulla pubblicità sui giochi con vincita in denaro nelle trasmissioni radio e TV dalle 7 alle 22, prevista da un emendamento del governo. Non entro nel merito delle scelte dei colleghi sulla materia giochi, ma sottolineo l'importanza di regolare i comparti economici avendo sempre una visione d'insieme. Se i giochi non piacciono, non si fanno, se fanno business allora si normano senza ipocrisie.

Penso sia un grave errore limitare la pubblicità alla TV generalista e, allo stesso tempo, lasciare internet come fosse la solita prateria, senza limiti e regole chiare. Non solo sulla rete non si pagano tasse, ma si può incassare la pubblicità mentre agli altri è vietata.

Questo modo di concepire il funzionamento del sistema economico si trasforma in un non capire dove sta andando il mondo, un mondo sempre più globale, senza confini, con la rete sempre più protagonista e con un Parlamento che non ha il coraggio di regolamentare per permettere una leale concorrenza tra gli operatori. E vedo che questo approccio accomuna gruppi sia di maggioranza che di opposizione". Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio, nel corso della seduta della commissione sulla legge di stabilità, interviene nel dibattito sui ‘giochi’ criticando la norma che limita la pubblicità solo alla TV generalista e non alla rete.

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