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Amazon ha partita iva in Italia? Lo scrivevo nel 2013, persi due anni

05.10.2015

Ok Amazon, ora scelte immediate UE su Beps

“Oggi a Firenze i vertici di Amazon hanno dichiarato che dal primo maggio 2015 l’azienda ha una partita iva italiana e quindi paga in Italia le tasse sui ricavi generati dalle vendite sul mercato italiano. Amazon ha deciso autonomamente e le va dato atto della scelta coerente. Tutti gli altri aspettano le scelte delle istituzioni europee che, però, tardano ad arrivare. L’ultima speranza è la spinta che può venire dal progetto Beps (Base Erosion and Profit Shifting) dell’Ocse. Viceversa, non ci saranno più alibi per nessuno”. Così Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, estensore e primo firmatario della legge varata nel 2013 e poi bloccata dal governo Renzi appena insediato.

“Quindi oggi, – aggiunge Boccia - con due anni di ritardo e di gettito andato perduto, si scopre che la strada maestra era quella indicata dal PD nel 2013. Al tempo della digital economy avrebbe più senso spostare, anche a livello comunitario, la tassazione  dalle imposte dirette a quelle indirette ed è su questa stessa linea che dovrebbe muoversi anche la UE. Non posso quindi che accogliere positivamente la notizia relativa ad Amazon. Del resto, la norma italiana, votata nel 2013 e poi sospesa, aveva il medesimo obiettivo”.

“Adesso andiamo avanti su questa strada, recuperiamo tutto il gettito che in questi anni abbiamo perso a causa di scelte poco lungimiranti e redistribuiamo queste risorse alla fiscalità generale per alleggerire il peso su innovazione, lavoratori e famiglie”.

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