RASSEGNA STAMPA

Matteo coccola i ricchi, Il Pd aiuti i più deboli

20.11.2014

da Il tempo

“Quando Carbone farà una proposta che vada oltre un tweet sarò felice perché vorrà dire che arrivano contributi davvero da tutti”. Francesco Boccia, presidente in quota Partito democratico della commissione Bilancio della Camera esce dall`ennesima giornata intensa di lavoro sulla legge di Stabilità. E agli attacchi renziani per gli ormai famosi 8 emendamenti proposti dagli esponenti della minoranza bersaniana regisce a tono: “Qui non ci sono ventriloqui. Qui risolviamo i problemi”. L`esponente di rito lettiano della minoranza Dem qualche giorno fa ha rivolto un appello a Cuperlo, Civati, Fassina e D`Attorre per un coordinamento organico delle opposizioni interne al Pd. Parole che non sono cadute nel vuoto.

Presidente Boccia, che feedback ha ricevuto dai suoi colleghi di minoranza?

“Il riscontro è nei fatti, basti guardare gli emendamenti proposti sulla legge di Stabilità. La generosità di Cuperlo, la passione di Civati, la competenza di Fassina e D`Attorre sono fondamentali”.

I renziani Carbone, Marcucci e Giachetti non la pensano così.

“È stata un`altra giornata piena. Ripeto ciò che ho già detto: non perdo tempo in pettegolezzi da bar. Né mi appassionano le ricostruzioni dei politologi da salotto che tendono a divedere chi era minoranza e di sera faceva gli accordi e chi quelli accordi non li ha fatti. Non commento ciò che dice Carbone: quando farà una proposta che vada oltre un tweet o un comunicato stampa sarò felice perché vorrà dire che arrivano contributi da tutti”.

Beh, vuol negare che qualche accordo notturno sia stato cercato e ottenuto da chi era bersaniano?

“No. Ma nel Pd è sempre accaduto, anche ai tempi di Bersani e Franceschini e anche prima. Gli accordi tra maggioranza e opposizione sono normali”.

Passiamo oltre. I rapporti nel Pd restano tesi.

“Le proposte della minoranza sono tese a migliorare la Stabilità per far sì che sia accentuato il suo aspetto re distributivo. E la redistribuzione deve partire dal basso, dagli ultimi, dalle fasce più deboli della popolazione e dell`impresa. Le nostre sono proposte redistributive delle politiche economiche del governo. Che idea di Paese abbiamo? Togliamo l`articolo 18 agli ultimi arrivati, consentiamo i demansionamenti, tagliamo l`Irap alla grande impresa anziché alla piccola? Così non si intercettano gli investimenti”.

La sua idea di Paese e di Partito democratico è molto diversa da quella di Renzi.

“Il nostro è un partito di massa senza proprietari: non appartiene a una società di consulenza né viene gestito con un mouse; non è stato comprato e non verrà venduto . Appartiene solo a milioni di elettori.  Per questo dico no al pensiero unico, che pur gode oggi di tanti fans. Se nel Pd c`è chi prova a integrare il pensiero unico con un dibattito plurale fa il bene della sinistra. Se nel Pd c`è chi prova a rendere più redistributiva la legge di Stabilità partendo dal basso fa il bene della sinistra”.

Ma il Pd è ancora di sinistra? Davide Serra rappresenta la sinistra?

“All`Italia serve una sinistra europea e riformista, non un` altra destra. Io sto in un partito dove l`esperienza ex Pci era dominante e da liberale di sinistra ero minoranza. Poi c`è stata una mutazione genetica, in tanti sono entrati e saliti su quel carro su cui io non sono mai voluto salire. Ne sono sceso.  Per questo ho detto a Cuperlo, Civati e Fassina: raccordiamoci. Almeno il diritto di parola proviamo a conservarlo. Un dirigente politico non è un ventriloquo, ma una persona che prova a risolvere i problemi  della gente. Se qualcuno interpreta questo ruolo in un`altra maniera, uniformandosi semplicemente al pensiero unico, io dico che non va bene e mi comporto di conseguenza”.

Lei parla di sinistra. Sel ne farà di nuovo parte?

“Sel ha commesso un errore storico. È nata come il partito di Vendola dopo la scissione da Rifondazione comunista. Vendola è sempre stato in grado di governare certi processi. Dopo le elezioni, doveva sciogliere la coalizione Italia Bene Comune e decidere di entrare nel Pd, per realizzare un grande partito di centrosinistra. Non è accaduto. Ma la coalizione di centrodinistra più coerente deve partire da una base Pd-Sel”.

 

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