NEWS

Sulla Rai uno spettacolo indecoroso. La politica distrugge quel che resta della TV pubblica

01.08.2018

Questi anni non passeranno alla storia per la qualità della TV pubblica italiana. Da anni ascoltiamo proclami di leader che promettono l'uscita della politica dalla Rai ma poi la tentazione di metterci le mani su, trasforma i presunti salvatori dell'azienda in carnefici. Non fanno eccezione nemmeno i protagonisti del cosiddetto governo del cambiamento che con la Rai non cambiano nulla. La qualità in Rai è negli archivi e nella storia stessa dell'azienda fino a qualche lustro fa.

Poi purtroppo di qualità poca e di lottizzazioni tante. Esattamente come avviene in questi giorni. Lascia interdetti l'incoscienza di queste ore soprattutto di Lega e Forza Italia che sulla pelle di un'azienda di fatto fuori mercato, rispetto alla trasformazione digitale in corso, prova a giocare una partita che con la Rai c'entra poco nel silenzio assordante del M5S.

Vedremo nelle prossime ore come si evolverà questa pantomima, ma se il governo del cosiddetto cambiamento fosse in buona fede potrebbe dedicarsi immediatamente alla riforma del mercato dei media in italia facendo saltare l'oligopolio dei centri media che nella loro funzione di intermediari tra i brand e i media, non consentono innovazione.

Mentre il mondo al tempo del digitale va nella direzione della tv di ognuno sullo smartphone o sul tablet, la politica del cosiddetto cambiamento in un siparietto poco edificante con la politica dei vecchi marpioni prova a discutere di Rai parlando di Foa e del suo pericoloso sovranismo. Direi che c'è un limite al senso del ridicolo e in questa vicenda è stato abbondantemente superato.

Nelle prossime ore capiremo qual è il prezzo politico che regolerà ancora i conti tra Berlusconi e Salvini. È dovere del Pd e dei riformisti mettere in evidenza queste contraddizioni proponendo una radicale rottura degli schemi che tengono la rai e ogni operatore imbrigliato in un sistema vecchio e superato dal tempo. Sistema che Salvini non ha alcuna intenzione di cambiare.

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO



LEGGI ALTRI ARTICOLI