RASSEGNA STAMPA

L'ex premier fermo al 4/12/16. Non tratti come soldatini i suoi parlamentari

30.04.2018

Intervista rilasciata a Monica Guerzoni, pubblicata sul Corriere della sera 

ROMA «Per Renzi non è successo nulla». 

Che intende, onorevole Francesco Boccia? 
«È fermo al 4 dicembre del 2016. Ma io continuerò a chiedergli all'infinito di dare una mano al Pd». 

Pensa che l'ex segretario stia remando contro? 
«Se avesse a cuore l'interesse del Paese prenderebbe in considerazione la formula dell'appoggio esterno». 

Invece ha chiuso a doppia mandata e ha accusato voi dialoganti di puntare alle poltrone. È arrabbiato? 
«Quello arrabbiato è lui, l'ho trovato persino iroso. Renzi prenda atto che stiamo parlando di contenuti e nessuno di noi ha mai parlato di poltrone o di seggiole, come le chiama lui a Firenze». 

Per Renzi non se ne parla. 
«Al netto delle saette e dei fulmini recepisco un sì al confronto, che intanto inizieremo. In direzione discuteremo, perché sui temi di sinistra posti da Di Maio nella lettera al Corriere si può e si deve accettare la sfida. Quando avremo capito come mai il M5S ci ha quasi doppiato, proveremo a capire se ci sono le ragioni per far partire la legislatura». 

Perché Renzi è stato così duro con Casaleggio e il «partito azienda»? 
«Voglio cogliere le cose dette al netto delle offese e delle contumelie. Con l'ira è difficile fare politica. Vorrei che Renzi aiutasse il partito in questa fase, come deve fare un leader». 

In direzione vi conterete? 
«Poiché sul dialogo è d'accordo anche lui, spero voti a favore. Se quello di Renzi è un no a prescindere sul governo toccherà contarsi, con il rischio di scivolare verso fratture che diventano difficili da sanare anche attraverso un congresso, che diventerebbe una seconda conta». 

Se i suoi senatori non ci stanno, il governo tra Pd e M5S non ha i numeri per la fiducia?

«Facciamolo decidere al partito. È sempre sgradevole dire "io ordino ai miei di fare questo" e gli altri eseguono. Facciamo una discussione vera e lasciamo tutti liberi di scegliere, altrimenti questi deputati sembrano soldatini. Stiamo decidendo il futuro del Paese e del Pd e penso che nessuno di noi abbia la volontà, che rischia di essere confusa con l'arroganza, di decidere per gli altri». 

L'ex premier ha detto che i renziani non esistono... 
«Voglio credergli e lo vedremo in direzione». 


Ha apprezzato l'apertura a un governo per le riforme? 
«Ha un senso, sì. Ma se lo avesse proposto con minore ira si sarebbe capito meglio».

Pensa anche lei che Di Maio e Salvini abbiano già l'accordo in tasca? 

«Lo escludo. E comunque sarebbe un inno inaccettabile al tanto peggio tanto meglio e tutti noi dovremmo sentire il dovere di farlo saltare». 


È pronto alla traversata nel deserto? 
«Autoproclamarci opposizione, perché auspichiamo che i nostri avversari si mettano insieme, non mi pare una scelta lungimirante, né per il Paese né per il Pd». 

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