RASSEGNA STAMPA

L'avviso di garanzia non è una gogna ma Lotti spieghi cosa è successo

06.03.2017

Intervista rilasciata a Paolo Mainiero,  pubblicata su Il Mattino 

Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, sostiene Michele Emiliano alla segreteria del Pd.

La fase congressuale si intreccia con l' inchiesta Consip. L' indagine rischia di condizionare il congresso?
«È inutile essere ipocriti. Di fronte a una vicenda di cui tutti parlano dire che non incide è sbagliato».

Il congresso rischia di trasformarsi in un dibattito politico-giudiziario?
«L' inchiesta va tenuta fuori dalla competizione. Si pone sicuramente un tema di opportunità politica ma tenderei, per rispetto dei nostri iscritti e dei nostri elettori, a distinguere i piani e a concentrarci sulle tre diverse idee di partito che i tre candidati propongono».

Renzi che partito propone?
«In questi anni abbiamo sperimentato e provato che idea Renzi ha del Pd e del governo. È un' idea già conosciuta ed è molto lontana dalla mia idea di Pd. Ha sempre usato l' io tanto che la stessa stampa parlava di partito di Renzi e di governo di Renzi. I ministri avevano paura di parlare».

Addirittura?
«Renzi ha totalmente schiacciato su di sè il partito e il governo. Di fronte ai grandi temi, penso alla scuola, al lavoro, alle banche, molti ministri pur avendo idee diverse hanno sempre taciuto».

Anche il ministro Orlando, che oggi è candidato alla segreteria, ha sempre taciuto?
«Orlando è stato insieme a Franceschini uno dei pochi a conservare una propria autonomia. Ovviamente, anche lui ha sostenuto la gran parte delle scelte di Renzi, molte delle quali nulla hanno a che fare con il Pd e con la storia del riformismo italiano».

Quando parla di opportunità politica vuole dire che Lotti deve dimettersi a prescindere dalla mozione di sfiducia?
«Sono e sarò sempre garantita e non cambio idea. Non sono come Renzi, che garantista non lo è mai stato. O, meglio, è garantista a governi alternati».

Renzi non è garantista?
«È garantista con le persone a lui vicine. Qualcuno ha dimenticato, ma non io, la vicenda del ministro della Giustizia Cancellieri. Era il 2013. Renzi chiese le dimissioni del ministro e costrinse il premier Letta a riferire ai gruppi parlamentari del Pd. La Cancellieri non fu sfiduciata perchè Letta ci mise la faccia, disse che sfiduciare il ministro equivaleva a sfiduciare l' intero governo».

Lotti dunque non deve dimettersi?
«Ho chiesto al mio capogruppo Rosato che il gruppo incontri Luca e si faccia spiegare una volta per tutte quali sono le sue ragioni. Il Pd è una comunità e non una caserma e sono convinto che un incontro potrà aiutare tutti a capire meglio quello che è successo».

Vuol dire che non accetterà decisione prese altrove?
«Ci sono ragioni di opportunità politica che abbiamo il dovere di valutare tutti insieme e con la massima solidarietà possibile. La solidarietà non deve apparire come rimozione del problema ma come attenzione massima per i singoli coinvolti e per l' intera comunità dem che rischia di essere gravemente danneggiata da tutto questo».

Che idea si è fatto dell' inchiesta?
«Mi sono fatto l' idea che intorno a uomini che stanno ai vertici del Pd e del governo ruotavano personaggi poco di buono che non passeranno alla storia per essere grandi imprenditori e grandi professionisti. Detto questo, mettere alla gogna un ministro per un avviso di garanzia non appartiene al Pd che abbiamo in mente».

Nel 2013 sostenne Renzi. Perchè ha rotto?
«La sua idea di partito si è rivelata diversa e troppo distante dalla mia. Ma è sui temi che si è consumata la vera rottura. Non ho condiviso, anzi ho contrastato, il pieno sostegno alle multinazionali del web: e in questo Renzi è in buona compagnia con Grillo. Inoltre, sulle banche ha sbagliato tutto».

Emiliano è l' alternativa a Renzi?
«Emiliano è un uomo libero, ha lo Stato nel cuore, è un uomo di sinistra, non fa compromessi al ribasso, crede in una vera lotta alle disuguaglianze. Emiliano è l' esatto contrario di Renzi, che promise la rottura rispetto al fatto che la sinistra non fosse più sinistra ma fosse diventata gestione del potere ma che ha finito per trasformare la rottamazione in restaurazione».

Emanuele Macaluso ritiene che un magistrato ancora in organico che si candida a segretario di un grande partito rappresenta un' anomalia grave della nostra democrazia. «La storia di Emiliano parla da sola. È stato magistrato antimafia e basta andare dove ha operato per rendersi conto della traccia che la lasciato».

Emiliano ritiene che Orlando, ministro della Giustizia, sia in conflitto di interesse per la sua candidatura.
«È una provocazione. Questa è una vicenda kafkiana in cui si intrecciano i tre candidati, basti pensare all' sms di Lotti ad Emiliano. Per questo credo che sia necessario un timeout per confrontarci sulle proposte alternative dei tre candidati».

Gentiloni ha detto il governo durerà fino a fine legislatura...
«Deve dirlo a Renzi, non a noi».

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