RASSEGNA STAMPA

Quota96scuola, vedo troppi avvoltoi sui diritti

04.08.2014

da huffingtonpost.it

"Certo: io la norma su 'quota 96' la difendo e rivendico. Ed è inutile nascondere la polvere sotto il tappeto: nel Mef c'è sempre stata una scuola di pensiero che si è sempre opposta all'indicazione di tutte le forze politiche per sanare l'errore della riforma Fornero, che ha bloccato in servizio 4mila insegnanti che avevano maturato la cosiddetta 'quota 96' per andare in pensione. Tra l'altro, è diventata ormai 'quota 98', visto che dalla riforma Fornero sono passati due anni... Io non mi posso sentir dire da esponenti della burocrazia o da un commissario del governo che si rischia l'effetto emulativo se colmi la lacuna che ha provocato questo scempio. Dunque, mi auguro che il presidente del Consiglio faccia sua questa battaglia e risolva il problema nelle prossime ore tra questo decreto e quello annunciato sulla scuola".

Per Francesco Boccia, il pasticcio di 'quota 96', prima previsto nel decreto sulla pubblica amministrazione e poi cancellato dal governo per mancanza di coperture, è un piccolo segnale di allarme sulla necessità di costruire uno "spartiacque tra politica di austerity e politica per la crescita". Altrimenti, spiega il presidente della Commissione Bilancio della Camera, questa storia non potrà che essere il presagio di un autunno difficile. Intanto, per ora, Palazzo Chigi si è dovuto arrendere ai dictat arrivati dal Tesoro: non ci sono soldi, è necessario fare marcia indietro sulle pensioni degli insegnanti penalizzati dalla Fornero, ma anche su quelle dei docenti universitari e dei primari. La battaglia tra 'tecnica' e 'politica' finisce insomma uno a zero, per ora.

Si può recuperare oppure questa è la prima di altre cattive notizie in arrivo dal fronte dei conti pubblici?
Non dobbiamo nascondere la polvere sotto il tappeto. 'Quota 96' parla di un problema connesso a dei diritti violati per un errore grossolano, ammesso dalla stessa Fornero. Già allora la responsabilità fu dei tecnici che sbagliarono a usare il calendario solare per la scuola: avrebbero dovuto usare quello scolastico e i 4mila sarebbero andati in pensione sempre con la legge Fornero, ma senza lo scempio della doppia penalizzazione. Si tratta di persone che avevano maturato il diritto ad andare in pensione, persone che non hanno chiesto sconti ma cui sono stati negati dei diritti. Di fronte a queste persone non c'è spazio per i moralisti all'italiana con la pensione d'oro, che parlano di conti pubblici da una comoda poltrona di casa...

Eppure il governo aveva difeso la norma. Ora è costretto a tornare indietro. Chi ha sbagliato: Palazzo Chigi e il Parlamento, che magari hanno sottovalutato il problema? O il Mef che impone la correzione all'insegna del rigore?
Nel Mef, c'è sempre stata una scuola di pensiero che si è sempre opposta all'indicazione arrivata da tutte le forze politiche sul caso 'quota 96', dal Pd e M5s insieme, poi da Ncd, dalla Lega a Sel fino anche al voto di Forza Italia. L'indicazione unanime puntava a mandare in pensione i 4mila esclusi, consentendo così ad altri 4mila giovani insegnanti di entrare nella scuola. Io non mi posso sentir dire da esponenti della burocrazia o da un commissario del governo che si rischia l'effetto emulativo se colmi la lacuna che ha provocato questo scempio.

Ma c'è stata una forzatura del Parlamento?
Sì, ma opportuna. Il Parlamento ha approvato una mozione e una risoluzione all'unanimità per due volte e il governo ci ha dato l'ok.

Ma ora il governo è costretto a dare ragione a Cottarelli. E' ancora possibile riparare al pasticcio?
Ora mi auguro che Renzi faccia sua questa battaglia di civiltà sui diritti. Se noi siamo quelli che vanno in Europa a chiedere di farla finita con i danni collaterali da rigore e austerity, in Italia non possiamo lasciare decidere ai tecnici che assumono una posizione a prescindere. Mi auguro che il governo risolva entro fine agosto, magari con l'annunciato decreto sulla scuola.

Non pensa che il caso 'quota 96' possa essere una spia dei guai economici che arriveranno in autunno?
Che i numeri non siano semplici è evidente e lo sa pure Renzi. Ma io credo che l'operazione redistributiva iniziata con gli 80 euro in busta paga vada giudicata nel secondo semestre. E poi sul tema dei diritti non possiamo abdicare. A ottobre è evidente che dovremo fare i conti con la deflazione che l'Italia non ha mai vissuto prima. E questa è una cornice che a Bruxelles e in alcuni palazzi dell'Ecofin non è stata proprio capita. L'unica speranza è la liquidità promessa al sistema dalla Bce di Draghi, ma non basta senza pesanti operazioni espansive.

Ma allora qual è il problema di Renzi? Non riuscirà ad attuare politiche espansive fino a quando non riuscirà a cambiare le teste che comandano nei ministeri economici?
Io credo che Renzi debba occuparsi oltre che dei gufi, anche degli avvoltoi. Non so quanti tipi di gufi ci siano, ma vedo troppi avvoltoi. E siccome la via maestra per chi fa politica è risolvere il problema della gente, io manterrei salda questa rotta come spartiacque tra politica del rigore e austerity e politica della crescita. Se hai questo come spartiacque, ti ritrovi.

Cioè trovi le risorse?
Chi si è nascosto dietro al rigore con un certo tasso di ipocrisia, sarà smascherato dai fatti. Su 'quota 96' escono in 4mila ed entrano 4mila giovani. E' una piccola cosa, ma c'è. Oggi non è più tempo di 'tassa e spendi', ma di 'taglia e redistribuisci'. Che un ufficio della burocrazia dica al Parlamento dove devono andare le risorse, è per me un fallimento della politica. Io ho fatto quello che dovevo fare, ora c'è una responsabilità politica più alta. Mi auguro che il governo risolva nel mese di agosto, tra la riforma della Pa e il decreto sulla scuola, uno dei peggiori soprusi generazionali della politica dell'austerity quasi sempre voluta e difesa da chi i sacrifici non sa nemmeno cosa siano. Questa vicenda come la storia dei professori universitari rappresenta il simbolo di un paese che gli italiani non vogliono più.

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